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Roma. La Gatta Mangiona, a Giancarlo Casa er core je batte a Napoli

di Tommaso Esposito

Giancarlo Casa ha origini napoletane.
La famiglia pensò di trasferire produzione e commercio di latticini dalla Campania nella capitale. Anni cinquanta, più o meno.
E così a Roma fu possibile mangiare della buona mozzarella.

Chiusa l’azienda, si apre la pizzeria.
Dilemma: si fa pizza romana o pizza napoletana? Cioè la focaccetta in teglia o quella tonda. Quella bella spessa e croccante oppure quella bella sottile e anch’essa croccante?
Giancarlo Casa le ha sperimentate tutte e due, poi la svolta. “La mia pizza è un po’ romana e tanto napoletana, così nessuno se pija còlera!”
E così è. Farina doppio zero, idratazione non spinta, poco sale, lievito di birra. Lievitazione diretta, ma lunga a temperatura controllata.
Forno a temperatura sostenuta, ma non fino a quella alla napoletana. Nel piatto Taglia L. Cornicione evidente e moderatamente pronunciato con alveolatura diffusa e irregolare, come deve essere.
Struttura della pizza soffice e respingente alla pressione nonostante la crosticina più che evidente.
Al palato il crunch del cornicione è appena accennato, ma sparisce immediatamente. E il boccone si fa scioglievole, saporito. Diventa tutt’uno con quello che il disco sostiene o contiene.
Ecco il miracolo romano di Giancarlo Casa.
Benedetto sia.
Sedersi, dunque, a La Gatta Mangiona è un piacere. Prima o poi le coccole ti prendono e il giro si fa serio.
C’è qualche piatto romanesco in carta. E c’è pure una bella cantina che scandisce il ritmo del bere. Qui sulla pizza si consiglia il vino e se si vuole osare si osi: bollicine a più non posso.
E le birre? Non mancano.
Sicché si comincia con i fritti: supplì col pomodoro fresco e supplì panna e salsiccia.

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(clicca per ingrandire le immagini)
Poi le bruschette con burrata, alici e pomodoro piccante. Sapori pieni, senza spreco.

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La Margherita non si smentisce. Rotonda e completa.

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L’Ortolana è un tripudio di verdura di stagione.

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Colpisce al cuore Agro Romano che s’inforna con il primo sale vaccino della campagna
laziale e il pomodoro colonna.

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All’uscita nce vanno su le puntarelle condite con aglio, olio e acciughe. Da non perdere nell’inverno, anzi da farci un salto apposta per gustarla venendo qua da ogni dove.
Poi la pizza Max, che era il primo pizzaiolo de La Gatta, con patate lesse, provolaaffumicata, pomodori secchi e pesto di ruchetta. Saporitissima. Insomma qua non si scherza.

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Tutto è buono e la cosa bella per noantri è che, mangiando mangiando, ti accorgi che a
Giancarlo ancora er core glie batte a Napoli.

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Luciano Pignataro Wine&Food Blog

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